Nato 64 anni fa, fu sindaco, assessore e sottosegretario alle Finanze per 6 Governi |
(19 dicembre 2004) |
E' scomparso l'onorevole Domenico Susi
Leader socialista, siloniano, è stato
uomo di profonda cultura e ideali |
di Neomisio Bonaventura |
SULMONA
- Nella prima mattina di domenica 19 dicembre è scomparso, prematuramente ed
improvvisamente, l'onorevole Domenico Susi.
Nato ad Introdacqua il 4 aprile 1940 da Neomisio Susi e Maria Concetta
D'Angelo, l'uomo è stato leader della politica abruzzese e nazionale per 40 anni,
avendo percorso tutte le tappe della carriera politica ed amministrativa,
presentandosi ed esponendosi sempre come candidato al responso elettorale.
Chi era e cosa ha rappresentato.
Giornalista, politico di
razza, "zoòn politikòn" nel profondo dell'animo, riformista e
siloniano, Susi iniziò giovanissimo ad
interessarsi di partito: a 17 anni si iscrisse al P.S.I. e fondò con
alcuni giovani abruzzesi "Abruzzo domani" (periodico a carattere politico-culturale-sociale) che diresse per 3 anni. Dal 1960 al 1963 diresse,
per altri 3 anni, il quindicinale "Abruzzo Nuovo" dove si vedranno le firme anche di giornalisti
poi famosi ed allora agli inizi: tra i tanti, Bruno
Vespa e Gisfrido Venzo ("Il Messaggero" dell'Aquila).
Quindi, l'incontro che segnò la sua vita con Ignazio Silone e con Ennio
Flaiano e Frassinetti, conosciuti in alcuni corsi culturali attivati sotto
la dirigenza regionale che Susi assunse dell'Associazione Italiana per la
Libertà della Cultura.
All'interno del Partito Socialista Italiano, a soli 19 anni (nel 1959) diventò
segretario della sezione di Sulmona (fino al 1965); quindi segretario
provinciale (dal 1965 al 1970) e segretario regionale del P.S.I.
abruzzese dal 1976 al 1979. Poi membro del Comitato centrale e
dell'Assemblea nazionale dal 1975 fino al 1993. Entrato nello S.D.I. ricoprì
la carica di responsabile nazionale agli Enti locali, fino alle sue recenti
dimissioni dalla carica e l'avvicinamento a Forza Italia, di cui l'ultimo
anno non aveva ritirato la tessera. Nello scorso mese di
ottobre era stato promotore, con alcuni fedelissimi, della nascita di un
movimento politico denominato "Associazione per il Rinnovamento Abruzzo" con
cui aveva intenzione di scendere in campo in vista delle prossime regionali.
Nella serata di ieri, 18 dicembre, aveva partecipato ad una riunione di
questo movimento. Pur se corteggiatissimo dalla Casa delle libertà,
nell'ultimo periodo aveva infittito i contatti col segretario nazionale
dell'Udeur, Mastella (attuale alleato del centro-sinistra) che lo voleva
come proprio candidato di punta per l'Abruzzo proprio alle elezioni del
prossimo anno. |
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23 aprile 2004 - Sulmona
L'onorevole Domenico Susi (a destra)
consegna al ministro Giovanardi
il "Premio Silone"
per il libro "Storie di ordinaria ingiustizia" |
Camera dei Deputati, Resoconto
stenografico dell'Assemblea (Seduta n. 565 del 22/12/2004)
In morte dell'onorevole Domenico Susi:
Presidente
della Camera: "Comunico che è deceduto l'onorevole Domenico Susi, già membro
della Camera dei deputati nella VIII, IX, X e XI legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le
espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera
ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea". |
L'attività amministrativa.
Nel 1964, a 24 anni, diventò sindaco del proprio comune, Introdacqua:
stravinse, lanciando la lista che da allora è presente ancora in paese, "Il
Campanile" e mantenendo la carica a sindaco fino al 1970, quando fu eletto
alla Regione Abruzzo.
La carriera amministrativa dell'onorevole Domenico Susi, dopo l'esperienza
da sindaco (allora si votava a 21 anni e fu il primo cittadino più giovane
d'Italia) proseguì con l'elezione a consigliere regionale dal 1970 al 1975,
e quindi con l'incarico da assessore regionale all'Urbanistica,
Programmazione e Lavori pubblici (dal 1970 al 1973). Visse, quindi, la fase
della nascita della Regione, diventando uno dei padri della Costituente.
L'attività in Parlamento e al Governo.
Fu eletto deputato alla Camera nel
1979, legislatura in cui ricoprì la carica di vicepresidente della
Commissione Lavori pubblici della Camera dei deputati e di segretario del
Gruppo parlamentare socialista. Fu rieletto deputato, sempre per il P.S.I.,
nel 1983, anno in cui ricevette per la prima volta la nomina a
sottosegretario alle Finanze, carica che gli venne riconfermata per 9 anni
nei vari governi che si succedettero in 9 anni, fino al 1992 (I e II Governo
Craxi; I Governo Goria; I Governo De Mita; VI e VII Governo Andreotti): un record
assoluto di
permanenza nella carica, anche per la preparazione tecnica che gli
derivava dagli studi economici e dalla professione, ereditata dal padre, di dirigente
esattoriale. Ed anche un record di suffragi elettorali.
Nella sua attività governativa firmò 48 Convenzioni bilaterali con Paesi
stranieri, seguì in prima persona provvedimenti a favore dello stato
sociale, organizzò il settore del Lotto e delle Lotterie, riorganizzò i
servizi ispettivi del fisco.
E' stato il fondatore ed il primo animatore della "Fondazione Ignazio Silone",
realtà attiva e poliedrica nel campo culturale e scientifico di cui era
estremamente orgoglioso e per cui lavorava di continuo. Come lavorò in modo
indefesso per lo sviluppo della sua Valle Peligna e dell'Abruzzo e, in
politica, per il ricongiungimento delle diverse anime socialiste,
originatesi dallo scioglimento del P.S.I.: una vera e propria missione, che
portò a fondo con totale disinteresse, viaggiando in lungo ed in largo per
tutta la penisola per cercare di ridare forza al sogno di un partito
socialista e riformista, nel solco di Turati, Nenni e Pertini.
Brano di un discorso del 1993 di Domenico Susi, nel solco delle idee e
dei princìpi cari a Croce e Turati:
"Siamo socialisti autonomisti, democratici, europei e riformisti. Riteniamo
che il nostro compito sia quello di dare punti di riferimento certi alle
aree cattoliche, liberal-democratiche e laico-socialiste, cioè alle fasce
sociali che vogliono le riforme senza demagogia, si battono contro lo stato
accentratore e burocratico, hanno una concezione moderna dello sviluppo,
intendono ridare ai giovani speranza e certezza. Nell'ambito del collegio di
Sulmona esistono dirigenti politici, operatori culturali, sindacalisti,
professionisti, cittadini che hanno contribuito a far raggiungere alla
popolazione obiettivi rilevanti nel campo economico-sociale dell'occupazione
e dello sviluppo. Sono presenti tantissimi giovani con la voglia di fare, di
costruire con il loro lavoro.
Il mio compito è di contribuire a fare in modo che il rapporto tra vecchio e
nuovo sia, non in contrapposizione, come sembra essere di moda in questi
giorni, ma dialettico, in linea con la tradizione socialista e con quella
cristiana e liberale.
Forse proprio chiarendo i connotati di questo rapporto si può configurare un
nuovo sistema di schieramenti politici atti a rispondere alle varie e
diversificate esigenze di rinnovamento da cui vasti settori della pubblica
opinione sembrano essere mossi.
Nel concreto, nelle nostre zone è necessario utilizzare l'esperienza e
l'impegno politico, raccordandoli con il vero nuovo che sta emergendo e
proponendo così un chiaro progetto politico per il domani. I futuri
consiglieri, provinciali e regionali, dovranno essere espressioni di questo
progetto, nel superamento, quindi, dei vecchi partiti e delle vecchie
logiche. Dobbiamo costruire, pertanto, una nuova casa nella quale potranno
abitare coloro che hanno prospettive omogenee".
(grazie al collega giornalista
Gianfranco Colacito) |
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